Nel “tour” che stiamo compiendo fra le varie specialità regionali italiane, legate anche alla stagionalità, oltre che al territorio, oggi raccontiamo del pomodorino del piennolo del Vesuvio, noto per la sua forma tonda e il caratteristico modo di essere conservato in grappoli. “Piennolo“, in questo contesto, significa “pendolo” e si riferisce proprio al metodo tradizionale di mantenimento di questi pomodorini che vengono raccolti a grappolo e appesi come pendoli, un metodo che permette di salvaguardarne a lungo le caratteristiche organolettiche e prolungarne l’utilizzo.

Storia e origini del pomodorino del piennolo del Vesuvio

Le radici di questo frutto (per la botanica il pomodoro è un frutto perché cresce dal fiore, contiene semi e li diffonde), affondano in una tradizione agricola secolare che si sviluppò lungo le pendici del Vesuvio, vulcano attivo che domina il napoletano. La sua coltivazione risale almeno al XVII secolo, anche se alcune testimonianze storiche suggeriscono che la sua diffusione si sia consolidata nel corso del XVIII secolo, grazie alle condizioni climatiche favorevoli e alla fertilità del suolo vulcanico.

Nel corso dei secoli, ha rappresentato un elemento fondamentale della dieta contadina e della cucina tradizionale napoletana diventando, nel tempo, simbolo di pratiche agricole sostenibili. La sua produzione è stata tutelata anche attraverso il riconoscimento di un’Indicazione Geografica Protetta (IGP) nel 2009, che ne garantisce l’origine e le caratteristiche distintive.

Cosa lo rende unico?

Il pomodorino del piennolo si distingue da altri pomodori per molteplici aspetti. È di piccole dimensioni, circa 2-3 centimetri di diametro, con una forma tonda o leggermente schiacciata. La sua pelle è sottile ma resistente, di colore rosso intenso, talvolta con sfumature aranciate o violacee. È molto apprezzato in cucina per la sua versatilità. Viene utilizzato principalmente per preparare sughi, conserve e piatti tradizionali come la pizza e la pasta. La caratteristica di mantenersi a lungo in grappoli che permette di conservarlo per mesi, lo rende ideale per preparazioni che richiedono pomodori secchi o in conserva. È anche molto usato per arricchire antipasti e insalate, grazie al suo sapore dolce e intenso.

La composizione del pomodorino del piennolo

Questo pomodoro è ricco di nutrienti benefici. Contiene vitamina C e A e alcune vitamine del gruppo B. È anche una buona fonte di licopene, un potente antiossidante che dà al pomodoro il suo colore rosso intenso. Il licopene è stato anche associato a numerosi benefici, come la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumore. Studi scientifici, come quelli pubblicati su riviste di nutrizione e oncologia, confermano che il consumo regolare di pomodori può contribuire a migliorare la salute cardiovascolare, grazie alle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Inoltre, il pomodoro in genere è ricco di vitamine e minerali essenziali che supportano il sistema immunitario e la salute della pelle. Infine, è povero di calorie e ricco di acqua, fatto che lo rende un alimento leggero e salutare.

Mercato e problemi di commercializzazione

Il mercato del pomodoro del piennolo è principalmente nazionale ed è specialmente apprezzato nelle zone vicine al Vesuvio. La sua commercializzazione può incontrare alcune difficoltà: la produzione limitata, legata alle caratteristiche climatiche e territoriali, può rendere difficile soddisfare una domanda più ampia. Inoltre, la concorrenza di pomodori provenienti da altre regioni o paesi può influenzare i prezzi e la diffusione del prodotto. Nonostante ciò, il pomodorino del piennolo del Vesuvio gode di una forte reputazione che aiuta a tutelarne il valore, la qualità e la commercializzazione.

L’immagine di copertina è di Justpositano ed è tratta da commons.wikimedia.org.