Nel cuore della Sicilia occidentale, tra i profumi di mandorle tostate, basilico fresco e pomodori maturi al sole, nasce uno dei primi piatti più gustosi dell’estate isolana: le busiate al pesto trapanese. Un connubio non molto conosciuto della cucina siciliana. Per questo nel titolo abbiamo scritto: “Chi sunnu?” in dialetto locale, frase che possiamo tradurre in italiano in “Cosa sono”? Ci scuseranno i lettori trapanesi di questo blog se abbiamo maltrattato la loro lingua ma… vogliamo provare a scoprire insieme origine, ingredienti, preparazione e perché le busiate al pesto trapanese siano un perfetto piatto stagionale da portare in tavola nei mesi più caldi?

Origini del pesto trapanese: contaminazioni culturali nel Mediterraneo

Il pesto trapanese, conosciuto localmente come “agghiata trapanisa”, è una preparazione antica che affonda le sue radici nei secoli delle grandi rotte commerciali nel Mediterraneo. Si ritiene che sia nato come variante siciliana del pesto genovese, portato dai marinai liguri in sosta al porto di Trapani. I siciliani, come spesso accade, hanno adattato la ricetta ai prodotti del territorio, sostituendo i pinoli con mandorle locali e aggiungendo pomodori freschi, creando un pesto rosso, aromatico e deciso. Le busiate, invece, sono una pasta tipica del trapanese, arrotolata a spirale attorno a un ferretto (una volta il gambo delle piante di “buso”, da cui il nome). Questo formato trattiene perfettamente il pesto, avvolgendolo in ogni curva, regalando un’esperienza di gusto unica.

Gli ingredienti del pesto trapanese: la forza della semplicità

La forza del pesto trapanese sta nella qualità degli ingredienti, rigorosamente freschi e stagionali: pomodori maturi preferibilmente ciliegino o datterino, dolci e succosi; mandorle pelate e tostate leggermente per esaltarne l’aroma; basilico fresco, abbondante, profumato, raccolto al momento; aglio rosso di Nubia, tipico presidio Slow Food, dal sapore intenso ma equilibrato; olio extravergine d’oliva siciliano, corposo e fruttato; sale e pepe quanto basta per esaltare i sapori. Infine, facoltativo, pecorino siciliano grattugiato per aggiungere una nota sapida e rustica. L’uso del mortaio in pietra o marmo, sebbene non indispensabile, resta il metodo tradizionale per ottenere una consistenza cremosa e un aroma pieno.

La stagionalità del piatto: perché gustarlo d’estate

Il pesto trapanese è il trionfo della stagionalità estiva: pomodori e basilico sono nel pieno del loro splendore nei mesi tra giugno e settembre. La ricetta non prevede cotture complesse e il condimento si prepara a crudo, rendendola ideale per le giornate calde, quando si cerca qualcosa di leggero ma saporito. In più, la preparazione è rapida, il che la rende perfetta per un pranzo veloce ma gourmet, magari accompagnato da un bicchiere di vino bianco siciliano fresco, come un Grillo o un Catarratto.

Come preparare le busiate al pesto trapanese

Ingredienti per quattro persone: 400 grammi di busiate fresche; 300 grammi di pomodori ciliegino o datterini; 50 grammi di mandorle pelate; uno spicchio di aglio rosso di Nubia; 30 grammi di foglie di basilico; 80 ml di olio extravergine d’oliva; sale e pepe q.b. ed eventuali 50 grammi di pecorino siciliano grattugiato. Il procedimento: sbollentate i pomodori per pochi secondi, poi pelateli e private dei semi. In un mortaio (o in un mixer a impulsi), pestate l’aglio e il basilico con un pizzico di sale. Aggiungete le mandorle e continuate a pestare fino a ottenere una crema. Incorporate i pomodori e l’olio extravergine a filo, mescolando bene. Aggiustate di sale e pepe, e aggiungete il pecorino se lo desiderate. Cuocete le busiate in abbondante acqua salata, scolatele al dente e condite con il pesto a crudo.

Le busiate al pesto trapanese si servono idealmente a temperatura ambiente, il che le rende perfette anche per picnic o cene all’aperto. Si possono accompagnare con involtini di melanzane grigliate; insalata di arance e finocchi o capperi di Pantelleria e olive nere per un tocco sapido. Per il vino, optate per un bianco secco e aromatico, oppure una birra artigianale siciliana, magari con sentori agrumati.

L’immagine di copertina è stata creata da un programma di intelligenza artificiale.