Una pedalata molto interessante da fare con una mountain bike, una bici da strada o una gravel è quella che vi porta dall’Hotel Doge fino a Verucchio, “culla del Malatesta”. Infatti, è da questo piccolo Comune della Valmarecchia che prese il via la dinastia della famiglia riminese che contese Valmarecchia e Valconca ai Montefeltro di Urbino.

L’itinerario, di circa 33 chilometri complessivi (66 fra andata e ritorno), può essere percorso quasi tutto in sicurezza prendendo la ciclabile che dal lungomare di Riccione conduce fino a San Giuliano Mare, quartiere marinaresco di Rimini Nord. Si tratta di pedalare per poco più di quattordici chilometri sulla ciclabile che costeggia la spiaggia di Riccione prima e quella di Rimini poi. Dal Porto di Rimini si risale il canale, sempre pedalando su una ciclabile, al primo ponte si svolta a destra e, superatolo, si torna verso il mare fino a trovare la Darsena alla vostra destra e, proseguendo sul lungomare, fino ad incrociare il fiume Marecchia. Da lì parte una ciclabile con fondo in ghiaina che, con una leggera ma costante pendenza (0,7% di media), ci porta fino alla nostra meta.

Verucchio, culla dei Malatesta

La leggera ma costante pendenza della ciclabile e il fondo un po’ sdrucciolevole rendono la pedalata più

Rocca Malatestiana (Archivio fotografico Provincia di Rimini). In copertina, foto dell’Archio fotografico Apt Regione Emilia-Romagna.

impegnativa di quanto non sembri, ma niente che non possa essere affrontato da un biker appena sufficientemente allenato. Per di più, per gran parte dell’itinerario si pedala all’ombra. Risalendo il Marecchia, a destra si è accompagnati dal gorgogliare delle acque e da tanti canneti mentre, a sinistra, alberi di diverse tipologie ombreggiano la pedalata.

Arrivati alla frazione di Villa Verucchio, l’insediamento industriale ai piedi della collina su cui è posta Verucchio, si lascia la ciclabile e si sale, per una strada piuttosto impegnativa con pendenze attorno al 10%, verso i 330 metri sul livello del mare del capoluogo comunale. Dal basso, ci accompagna la visione della Rocca Malatestiana. Si tratta di una fortificazione le cui parti più antiche risalgono al 1100. In questa fortezza nacque Malatesta da Verucchio detto il “Mastin Vecchio”, capostipite della famiglia che, proprio partendo da Verucchio, dominò il territorio riminese per tutto il Medioevo e il Rinascimento, duellando, come detto, in ricchezze con i Montefeltro da Urbino e i Medici di Firenze. Finita la salita, si arriva nel cuore di Verucchio: Piazza Malatesta si caratterizza per la presenza del palazzo municipale, bell’edificio in stile con sei arcate alla base. Prima di arrivare in piazza, sulla destra, si apre un bellissimo panorama sulla Valmarecchia in direzione di Rimini. Nelle belle giornate si vede anche il mare.

Gli “zavardoun”, pasta tipica di Verucchio

Se si scende dalla bici e ci s’incammina per le vie del centro storico, ci si tuffa in angoli di un passato romantico che a Verucchio è presenza viva: tutte le case del centro, infatti, sono abitate. Così come, covid permettendo, funzionano i tanti piccoli e caratteristici negozi: il panettiere, la farmacia, l’artigiano del ferro… Nel centro, a parte la Rocca Malatestiana, da vedere assolutamente è la Chiesa della Collegiata. Edificata nel 1863, al suo interno accoglie un importante crocifisso ligneo del ‘300 di scuola giottesca riminese. Da piazza Malatesta si può poi scendere, percorrendo tutta via Sant’Agostino, verso il Museo Civico Archeologico. Questa è una piccola importante perla della cultura. Nel Museo si trovano, infatti, numerosissimi reperti di epoca

villanoviana etrusca che vanno dal X al VII secolo avanti Cristo. Gioielli in oro e ambra; corredi in ceramica e in bronzo ma, soprattutto, l’incredibile trono ligneo che doveva appartenere al capo di questa prima comunità di

Un piatto di Zavardoun.

“verucchiesi”. Tutti i beni presenti nel Museo appartengono alla Soprintendenza e dunque possono essere fotografati solo con un’autorizzazione preventiva. Se si vogliono ammirare, non resta che recarsi in questo piccolo ma prezioso scrigno per riempirsi gli occhi di una bellezza che oltrepassa il tempo.

Ma, se per un attimo abbandonate il desiderio di storia e cultura locali per dedicarvi alle bontà culinarie del luogo, ecco che allora non potete non cercare, negli ottimi ristoranti della zona, un bel piatto di Zavardoun (o Zavardon, o Zavardoni). I Zavardoun sono, infatti, una pasta tipica di Verucchio. Certo, li potete trovare anche a Rimini e nei dintorni ma sappiate che sono una pasta fresca peculiare di questo borgo. Su come siano nati, non ci sono storie e leggende che lo raccontino. Come per i Maltagliati, potrebbe trattarsi delle rimanenze della pasta che serviva per fare le tagliatelle, alle quali si aggiungevano acqua e farina di polenta. Spessi e grossolani, ognuno è diverso dall’altro. Un piatto povero domenicale della tradizione, ma ricco di gusto. Se volute saperne di più su questa pasta, leggete questo articolo sul nostro blog. E buona pedalata.