È primavera, la natura si risveglia e anche il nostro gusto vuole provare qualcosa di fresco. Sono tante le tradizioni gastronomiche che ci invitano a considerare merende all’aperto quando non veri e propri pranzi in veranda già da questo inizio di stagione. Una di quelle più amate, in tutto il centro Italia e anche dalle nostre parti, è quella della fava con il pecorino romano. Un connubio semplice ma gustoso da sempre protagonista di scampagnate, pranzi all’aperto e momenti di convivialità, quasi che mangiando le fave e il pecorino si celebri la stagione della rinascita e della raccolta dei primi frutti della terra. E, infatti…
Le fave, simbolo di fertilità, annunciatrici della primavera
Le fave (Vicia faba) sono tra i legumi più antichi coltivati dall’uomo, con una storia che risale a oltre ottomila anni fa. Originarie del Medio Oriente, si diffusero rapidamente nel bacino del Mediterraneo, diventando un alimento base per molte civiltà. Nell’antica Roma avevano un significato particolare: oltre a essere consumate per la loro versatilità e nutrimento, erano legate a credenze popolari e rituali religiosi. Ad esempio, i sacerdoti dei templi le utilizzavano nei riti funebri, poiché si credeva che contenessero le anime dei defunti. Tuttavia, con il tempo, questa simbologia si è persa e le fave sono diventate un alimento “festoso”, associato alla fertilità e alla prosperità. La loro raccolta avviene tipicamente tra questi giorni di fine marzo e maggio, periodo in cui si trovano nei mercati in abbondanza, fresche e dolci, pronte per essere gustate crude, accompagnate, per l’appunto, da un buon pecorino romano.
Il pecorino romano, il formaggio dei legionari
Il pecorino romano è un formaggio a pasta dura prodotto con latte di pecora, dal sapore deciso e leggermente piccante, con una tradizione che risale all’epoca dell’antica Roma. I legionari romani lo portavano con sé nelle lunghe campagne militari, grazie alla sua capacità di conservarsi a lungo e al suo alto valore nutritivo. Ancora oggi, la sua produzione segue metodi tradizionali e il suo gusto inconfondibile è il risultato della qualità del latte ovino e della stagionatura che può durare anche oltre gli otto mesi. Attenzione, però! Non va confuso con altri pecorini prodotti in diverse regioni italiane: quello autentico è tutelato dal marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta) e viene prodotto principalmente nel Lazio, in Sardegna e in alcune zone della Toscana.
Fave + pecorino = scampagnata
L’accoppiata fave fresche e pecorino romano affonda le sue radici nella cultura contadina, quando i lavoratori agricoli consumavano pasti semplici ma nutrienti direttamente nei campi. Le fave, dolci e croccanti, si sposavano e si sposano ancora perfettamente con il sapore deciso e salato del pecorino, creando un equilibrio di gusto perfetto. Quest’usanza è particolarmente sentita nel Lazio e nelle regioni centrali d’Italia, dove il primo maggio è l’occasione perfetta per una scampagnata con amici e parenti, accompagnata da pane casareccio, vino rosso e, ovviamente, fave e pecorino. In alcune zone, come nei Castelli Romani, è consuetudine festeggiare con il cosiddetto “Pranzo del Maggio”, durante il quale si degustano questi semplici ingredienti. Anche a Roma, nei rioni storici, non è raro trovare trattorie che nel periodo primaverile servono questo abbinamento come antipasto o come parte di una merenda rustica.
Aneddoti e curiosità su fave e pecorino
Una leggenda popolare racconta che le fave fossero il cibo preferito del grande filosofo e matematico Pitagora, sebbene alcuni sostengano che egli le evitasse per le loro presunte proprietà mistiche legate alla reincarnazione. Al di là delle credenze, le fave hanno sempre avuto un ruolo speciale nelle tradizioni popolari, non solo come alimento ma anche come simbolo di prosperità. Un altro aneddoto interessante riguarda l’usanza romana di offrire fave e pecorino a chi lavora (muratori, contadini, ecc.) come dono di buon auspicio.
Il perfetto abbinamento
Per gustare al meglio le fave con il pecorino, è importante scegliere ingredienti di qualità: le fave devono essere fresche, tenere e dal colore verde brillante, con un sapore dolce e delicato. Il pecorino romano deve essere ben stagionato, con la giusta sapidità per bilanciare la dolcezza delle fave. Un buon vino rosso, preferibilmente dei Castelli Romani o un Frascati superiore, completa il pasto rendendolo un’esperienza ancora più autentica.
La foto di copertina è di Annarita Migliaccio ed è tratta da commons.wikimedia.org.

Flavio Semprini è un giornalista professionista free-lance. Scrive di sport, enogastronomia, edilizia e turismo e si occupa di uffici stampa e comunicazione per aziende, associazioni ed enti sia pubblici che privati. Ha scritto diversi libri, alcuni sulla cucina romagnola, utilizzando per questi ultimi il doppio pseudonimo di Luigi Gorzelli/Paolo Castini.