Il cedro (Citrus medica) è un agrume affascinante e antico, con una storia millenaria che si intreccia con la cultura, la gastronomia e l’arte. Pensate che nel corso dei secoli, ha affascinato molti artisti che lo hanno rappresentato nelle loro opere. Tra i più famosi Giovanna Garzoni, pittrice barocca del XVII secolo famosa per le sue nature morte con agrumi, tra cui il cedro o il suo contemporaneo Bartolomeo Bimbi, artista fiorentino che ha ritratto diverse varietà di cedro nei suoi dipinti scientifico-naturalistici. E come non ricordare Giuseppe Arcimboldo (XVI secolo): noto per i suoi ritratti composti da frutti e ortaggi, tra cui anche il cedro? Ma è davvero il frutto più antico del mondo? Da dove proviene? Dove si coltiva oggi e come si utilizza in cucina e nella medicina tradizionale? Scopriamo insieme tutti i segreti di questo agrume straordinario.
Il cedro: il frutto più antico del mondo?
Il cedro è considerato uno dei primi agrumi conosciuti dall’umanità, se non il più antico. Secondo numerosi studi botanici e archeologici, il Citrus medica sarebbe uno dei tre agrumi originari, insieme al pomelo (Citrus maxima) e al mandarino (Citrus reticulata), da cui derivano tutte le altre varietà di agrumi che conosciamo oggi. Testimonianze storiche e reperti archeologici suggeriscono che il cedro fosse già conosciuto in India, Birmania e in Cina oltre 4.000 anni fa. Si ritiene che abbia raggiunto il Medio Oriente attraverso le rotte commerciali e sia poi stato introdotto nel Mediterraneo dagli antichi Persiani e Greci. Nel mondo romano, il cedro veniva utilizzato non solo come alimento, ma anche come rimedio naturale e simbolo di ricchezza e fertilità.
Le zone di coltivazione del cedro in Italia
In Italia, il cedro ha trovato un habitat ideale in alcune regioni, grazie al clima mite e alla conformazione del territorio. Tra le principali zone di coltivazione ci sono: la Riviera dei Cedri in provincia di Cosenza. È la zona più rinomata per la produzione di cedri di alta qualità. Qui si coltiva il pregiato Cedro Diamante, utilizzato nella tradizione ebraica per la festa del Sukkot (che ricorda il periodo passato dagli Ebrei nel deserto). Nella zona tra Messina e Catania si coltiva una varietà meno diffusa ma apprezzata per la sua fragranza e il suo utilizzo in pasticceria. Altre coltivazioni si trovano sulla Costiera Amalfitana e nel Cilento, dove il cedro viene impiegato principalmente nella produzione di liquori e dolci.
Le varietà di cedro esistenti
Esistono diverse varietà di cedro, ognuna con caratteristiche specifiche. Tra le principali troviamo il già citato Cedro Diamante con buccia spessa e molto aromatica; il Cedro Etrog, utilizzato nella tradizione ebraica, dalla forma allungata e dalla buccia profumata. Il Cedro Mano di Buddha, una varietà asiatica con frutti dalla forma insolita, che ricordano delle dita. Il Cedro Sarcodactylis, simile alla Mano di Buddha, è apprezzato per il suo profumo intenso e, infine, il Cedro Maxima, la varietà più grande, con polpa succosa e dal sapore dolce.
Come possiamo utilizzare il cedro?
Questo agrume è un ingrediente versatile che si presta a numerosi utilizzi in cucina e nella preparazione di bevande. Alcuni esempi? I canditi: la scorza del cedro viene utilizzata per produrli. Sono un ingrediente essenziale di dolci tradizionali come il panettone.Poi i liquori: questo frutto è alla base del limoncello di cedro e di altri liquori aromatizzati. Ancora, le marmellate: la sua buccia e la poca polpa disponibile vengono impiegate per prepararne di deliziose. Può essere anche utilizzato in insalate fresche o per insaporire piatti di pesce. Infine, le bevande: dal cedro si ricavano succhi, sciroppi e infusi dalle proprietà digestive e rinfrescanti.
I benefici per la salute
Faremmo bene a mangiare e bere questo agrume? Sì, perché è ricco di sostanze benefiche per l’organismo. L’elenco è lungo: favorisce la digestione e aiuta a ridurre il gonfiore addominale. Grazie alla vitamina C e ai flavonoidi, combatte i radicali liberi. I suoi oli essenziali hanno proprietà antisettiche. Rinforza il sistema immunitario. Infine, alcuni studi suggeriscono che possa contribuire a ridurre il colesterolo LDL, quello “cattivo”. Ce n’è abbastanza per riscoprirlo e valorizzarlo, che ne dite?
Nell’immagine di copertina, tratta da commons.wikimedia.org, il quadro di Bartolomeo Bimbi “Cedro su un piatto”. L’opera si trova nel Museo di Storia Naturale di Firenze e la foto è stata scattata da Sailko.

Flavio Semprini è un giornalista professionista free-lance. Scrive di sport, enogastronomia, edilizia e turismo e si occupa di uffici stampa e comunicazione per aziende, associazioni ed enti sia pubblici che privati. Ha scritto diversi libri, alcuni sulla cucina romagnola, utilizzando per questi ultimi il doppio pseudonimo di Luigi Gorzelli/Paolo Castini.