“In Italia si trovano molte erbe e radici, le quali sono buone a mangiare e si usano sia cotte sia crude. Tra queste, troviamo il

Giacono Castelvetro.

finocchio, l’aglio, la cipolla, il prezzemolo, la menta, il rosmarino e molte altre ancora. Queste erbe, non solo aggiungono sapore ai nostri piatti, ma spesso hanno anche proprietà benefiche per la salute…” – scrive così Giacomo Castelvetro in un suo libro pubblicato a Londra nel 1614, città nella quale si trovava per sfuggire al papato che le persone di religione protestante come lui, al tempo, le metteva al rogo. Castelvetro è stato un rinomato gastronomo e scrittore italiano. Nato a Modena nel 1546, è noto soprattutto per l’opera che abbiamo appena citato, la quale rappresenta un importante contributo alla letteratura culinaria rinascimentale. In questo libro esplora e descrive dettagliatamente le pratiche alimentari e le abitudini gastronomiche italiane del suo tempo. Offre anche consigli su come coltivare, cucinare e consumare una varietà di alimenti, compresi ortaggi, frutta, erbe e spezie, introducendo in Italia il concetto di “verdure crude” come parte integrante della dieta, un’idea che ha influenzato notevolmente la cucina italiana successiva.

Il raperonzolo non è Rapunzel

In questo libro Castelvetro scrive anche del raperonzolo: “Sono certe radicine candite, lunghette e sghiaccide molto; e non pur le radici sole, ma anche le foglie sono ancor buone; e queste ancor si deono radere, e crude in salata si mangiano e con molto gusto delle persone che tal insalata san conoscere. Alcuni ancor nella patria mia fann ottima minestra, cocendole in molto buono brodo di carne con pepe e cacio grattugiato sopra”. E’ una verdura che nei mesi di aprile e maggio ha il suo periodo migliore per essere raccolta ma che oggi è poco utilizzata e conosciuta (non fosse per il cartone animato Rapunzel della Disney, basato su una fiaba dei fratelli Grimm, che tratta di una bionda principessa chiamata, appunto, Raperonzolo che in tedesco diventa Rapunzel). Eppure aveva una sua importanza qualche secolo fa.

Cos’è il raperonzolo?

Il raperonzolo è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle campanulaceae. Questa verdura è spesso confusa con il ravanello, ma sono due piante diverse. Ha foglie verdi lisce o leggermente dentate e produce radici bianche o giallastre, simili a quelle del ravanello. È una pianta biennale che cresce spontaneamente in ambienti erbosi e prati umidi, preferendo terreni freschi e ben drenati. Si trova comunemente in varie regioni dell’Europa, soprattutto nelle zone temperate. Ha un sapore leggermente piccante e aromatico che ricorda la nocciola. Le sue foglie possono essere consumate crude in insalate o cotte come verdura, mentre le radici possono essere utilizzate in diverse preparazioni culinarie.

Come ti cucino il raperonzolo

In effetti, il raperonzolo può essere cucinato in molti modi. Le foglie possono essere aggiunte a insalate miste o cotte come gli spinaci. Le radici possono essere consumate crude, grattugiate su insalate o come snack, oppure possono essere cotte e utilizzate in zuppe, stufati o come contorno. Inoltre, le radici possono essere sottoposte a fermentazione per ottenere un sapore più complesso. Eccovi una semplice ricetta per un’insalata di raperonzolo. Ingredienti: foglie di raperonzolo fresche, lavate e asciugate, pomodori ciliegini tagliati a metà, olive nere denocciolate, formaggio feta sbriciolato, olio d’oliva extra vergine, succo di limone fresco, sale e pepe quanto basta. Istruzioni: in una ciotola grande, unire le foglie di raperonzolo, i pomodorini ciliegini e le olive nere. Aggiungere il formaggio feta sbriciolato. Condire l’insalata con olio d’oliva, succo di limone, sale e pepe, mescolando delicatamente per amalgamare gli ingredienti. Servire fresco come antipasto o come accompagnamento a piatti principali.

Infine, se volte immergervi nella “cultura” di questa verdura, potete andare alla “Sagra del raperonzolo” che si tiene ogni anno a San Giovanni in Galilea, sulle colline forlivesi ed è dedicata a questo dono della natura. Si tiene sempre nel week-end successivo a quello di Pasqua. Segnatevelo fin d’ora.