John Montagu, quarto conte di Sandwich, era un tipo piuttosto impegnato. Non che tutti i suoi compiti fossero gravosi. Si

Un’immagine di John Montagu, conte di Sandwich.

districava tra qualche amante e la prima e la seconda moglie; gli piaceva giocare a carte e a golf ma, non dimentichiamolo, fu anche primo Lord dell’Ammiragliato britannico per ben tre volte (per quindici anni in totale) e per due volte fu Segretario di Stato per il dipartimento settentrionale. Secondo alcuni, non fu un abilissimo politico tant’è che fu ritenuto fra i colpevoli dell’inadeguatezza della marina britannica nella guerra d’indipendenza americana (stiamo infatti parlando della seconda metà del Settecento) ma, comunque lo si voglia giudicare, John Montagu di Sandwich era uno che si dava un gran da fare.

Sandwich, il panino veloce

Proprio per non perdere tempo, diversi storici raccontano di come avesse preso l’abitudine di farsi preparare qualcosa di veloce da mangiare senza smettere di occuparsi di quel che stava facendo. A questo punto, però, le fonti divergono. C’è chi sostiene non volesse abbandonare il suo tavolo da lavoro, perso fra carte nautiche e documenti dell’Ammiragliato; c’è chi sostiene che non volesse alzarsi dal tavolo, ma da quello da gioco, impegnato in lunghissime partite a carte con i suoi pari.

Sia come sia, sembra che fu lo stesso conte a suggerire ai suoi cuochi di preparargli un pezzo di carne fra due fette di pane morbido, così da gustare un piatto sostanzioso senza perdere troppo tempo e senza sporcarsi le mani che poi avrebbero dovuto toccare le carte (nautiche o da gioco, a questo punto ha poca importanza). Questa trovata, nata pare negli anni ’60 del Settecento, piacque anche agli amici del conte che ben presto, pretesero di gustare “lo stesso piatto che sta mangiando Sandwich” così da associare il nome del nobile a quello del panino. Pensate un po’: uno dei modi di mangiare più veloci ed economici dei nostri tempi, diffuso in tutto il mondo, ha nientemeno che origini nobili.

Sandwich, un successo mondiale

Foto di Tolga Aslantürk da pexels.com. In copertina, foto di 김-대정 da pexels.com.

Il sandwich, in effetti, dall’Inghilterra si diffuse prima in Spagna e in Olanda prendendo sempre più piede fra le classi popolari. Questo perchè la rivoluzione industriale che proprio alla fine del Settecento stava partendo dal Regno Unito, richiedeva agli operai di non perdere tempo per mangiare e dunque un “sandwich” era il pasto ideale. Agli inizi del Novecento questo panino aveva già conquistato anche l’America, decretandone il successo mondiale.

Naturalmente il suo gusto era cambiato rispetto allo “spartano” originale proposto dai cuochi di John Montagu. Innanzitutto si era arrivati a usare diversi tipi di pane, da quello più duro al “pan carré” più morbido e senza crosta. La versione che poi si rivelò più apprezzata e vincente nel corso degli anni fu proprio quest’ultima che permetteva di avere fette facilmente tagliabili per sandwich che potevano essere quadrati, triangolari o anche arrotolati su se stessi. Anche i ripieni erano diventati i più vari. In Olanda, ad esempio, si mangiava con fegato e manzo salato; in altri Paesi era preparato con pesce e verdure; oppure con formaggio e verdure. Ogni cultura culinaria finì per sviluppare proprie diverse ricette. Divennero di moda anche dei sandwich da the, molto piccoli e senza crosta, adatti a essere fatti fuori in un paio di bocconi al massimo.

Come il sandwich divenne “tramezzino”

E in Italia? Nello Stivale il sandwich arrivò dagli Usa. Fu per merito di una coppia torinese: Angela Demichelis e

Foto di Maria Orlova da pexels.com.

Onorino Nebiolo. I due erano emigrati anni prima in America e, quando tornarono in Italia, nel 1925, decisero di acquistare il Caffè Mulassano di Piazza Castello a Torino che, per inciso, ancora oggi si trova allo stesso indirizzo e prepara più di quaranta tipi di tramezzini (e fa anche parte dell’Associazione locali storici d’Italia). I coniugi Nebiolo avevano conosciuto questo tipo di panino negli Stati Uniti e decisero di introdurlo tra le loro proposte enogastronomiche. Il nome mutò da sandwich a tramezzino per merito di Gabriele D’Annunzio, il grande poeta pescarese. Anche in questo caso le fonti divergono. C’è chi sostiene che il “vate”, avendo assaggiato uno di questi paninetti per accompagnare il suo abituale vermouth, fosse rimasto così colpito da esclamare: “Mi porti subito un altro di questi fantastici tramezzini”, usando per la prima volta questa parola perché la forma quadrata del pane bianco tagliato gli ricordava i “tramezzi” (cioè i muri divisori) della sua casa di campagna. L’altra versione racconta di come in quel periodo, siamo già dentro al ventennio fascista, fosse necessario trovare nomi “autarchici” al posto di quelli anglofoni. Siccome il sandwich si mangiava “fra un pasto e l’altro”, D’Annunzio pensò che il nome giusto da dargli fosse, appunto, tramezzino. Oggi, per fortuna, possiamo chiamarlo come ci pare. Quello che è importante è che sia gustoso e ben farcito. E che non esageriamo: uno solo di questi panini può arrivare anche a 300 calorie.