Tra la metà e la fine di giugno in molte zone del nostro Paese e anche all’estero, in Spagna e in Francia

Fiori di lavanda selvatica (CC BY-SA 3.0, httpscommons.wikimedia.org). In copertina, lavanda angustifolia (foto di Christer Johansson da commons.wikimedia.org).

specialmente, inizia a fiorire la lavanda. A dir la verità, il periodo di fioritura può variare secondo le zone climatiche e del tipo di pianta. Pensate che di lavanda ne esistano ben ventidue specie differenti e cinque di queste si trovano in Italia: la lavanda angustifolia, detta anche officinale, usata nei preparati erboristici, che ha trovato il suo habitat soprattutto lungo le coste sul mare Tirreno. Poi la lavanda latifoglia, cioè a foglie larghe, che vive su pendii aridi e cespugliosi del Tirreno e del Mar Ligure. Ancora, la lavanda multifida, chiamata anche “lavanda d’Egitto” che ha la sua zona d’elezione nel sud-ovest d’Italia. C’è anche la lavanda stoechas, ovvero la lavanda selvatica il cui nome sembra arrivi dall’antico nome (Stoichades) delle isole Hyères, nella Provenza francese, luogo nel quale questo fiore cresce in quantità industriali. Infine, esiste la lavanda dentata che viene coltivata per la profumeria e quasi mai è “selvatica”.

 

I tanti usi della lavanda

Stiamo parlando di una pianta utilizzata fin dai tempi antichi per le sue tante proprietà: è antisettica, battericida, favorisce la circolazione, attenua il dolore. In aromaterapia era ed è utilizzata come antidepressivo ed equilibrante del sistema nervoso nonché come decongestionante in caso di raffreddore e influenza. Qualche goccia di olio essenziale alla lavanda, aggiunto all’acqua della vasca, aiuta a rilassare corpo e spirito dopo una giornata stressante. In cosmetica, infine, dà vita a profumi deliziosi e, se utilizzata nell’ultimo risciacquo dopo aver lavato i capelli, combatte i depositi di grasso sulla capigliatura. I fiori di lavanda, contrariamente a tante altre specie, conservano a lungo il loro aroma anche se secchi. A casa mia mettiamo fiori secchi di lavanda in sacchettini di tela nei cassetti, dove c’è la biancheria, così la profumiamo a lungo.

 

Il miele di lavanda

Un’ape su un fiore di lavanda (foto da pixnio.com).

Insomma, la lavanda ha tanti usi: dalla medicina naturale alla profumeria, dalla cosmetica all’aromaterapia. Ma noi siamo un blog che parla di cibo: cosa c’entriamo noi con la lavanda? C’entriamo, c’entriamo… perché questa pianta comincia a essere usata sempre di più in cucina e, comunque, offre anche dei prodotti naturali molto interessanti, a cominciare dal miele di lavanda. Non è facile trovarlo perché alle api servono grandi distese di coltivazioni per “lavorare” questo particolare miele. Quello più tradizionale, da lavanda latifoglia, viene prodotto in Spagna e in Francia, dove i campi di lavanda sono grandi e fioriscono continuamente da giugno a settembre. In Italia se ne produce un tipo in Sardegna, tratto dalla lavanda stoechas.

 

Miele di lavanda: caratteristiche e proprietà

La colorazione varia: inizialmente si presenta in forma liquida di colore dal giallo al beige e, successivamente, ha una cristallizzazione abbastanza rapida che lo porta alla formazione di cristalli di media e piccola misura, e il colore diventa da chiaro ad ambrato. Il profumo è fragrante, tipico delle piante aromatiche ricche di oli essenziali e il suo sapore ricorda il fico e la passiflora oltre alla lavanda stessa. Le proprietà di questo miele sono le stesse della pianta quindi risulta essere un calmante del sistema nervoso. E’ ottimo anche in caso di vertigini, per lenire le infiammazioni dell’apparato respiratorio, per calmare la tosse e aiutare le corde vocali. Viene anche consigliato come analgesico, antireumatico e per l’apparato gastrointestinale con azione digestiva. In cucina è spesso abbinato a frutta e formaggi, in particolar modo al pecorino sardo e con il Montasio, dal sapore intenso.

 

Il risotto alla lavanda

La lavanda è utilizzata anche nelle preparazioni dolci: biscotti, plumcake, torte, gelati… però si deve stare attenti

Risotto alla lavanda.

ai dosaggi: dato il forte aroma che sprigiona, deve essere utilizzata in modo morigerato per evitare che il profumo “copra” il sapore della ricetta. Molto interessante la ricetta del risotto alla lavanda, tipica di alcune zone del Piemonte e della Liguria. Gli ingredienti, per quattro persone, sono questi: 320 grammi di riso Carnaroli; uno scalogno; un rametto di rosmarino; sei foglie di lavanda; quattro spighe fiorite di lavanda; vino quanto basta; brodo vegetale, olio di oliva extravergine. Questo il procedimento: si lavano con delicatezza il rosmarino, le foglie e le spighe di lavanda. Una volta asciugati, si separano i fiori dalle spighe. Si prepara un trito con rosmarino, foglie di lavanda e scalogno e si versa in una casseruola dell’olio di oliva extravergine nel quale far rosolare il trito per qualche secondo. Si aggiunge il riso tostandolo velocemente e sfumando poi con il vino bianco. Si prosegue con la cottura a fuoco moderato per circa quindici minuti, aggiungendo poco per volta il brodo vegetale. Spento il fuoco, si aggiungono i fiori di lavanda, una noce di burro e si manteca. Si serva decorando con qualche fiore di lavanda. Il risultato finale vi sorprenderà.