L’isola di Pantelleria fa notizia sui mezzi d’informazione in maniera molto saltuaria e solo quando vi

Uva Zibibbo.

approda un barcone di migranti in cerca di una vita migliore. In realtà, meriterebbe di essere conosciuta anche per altre cose. Qualche esempio? La spiaggia di Calasole, una delle più popolari dell’isola, con acque cristalline e una bellissima vista sulla costa; il castello, un’antica fortezza che si trova sulla cima di una collina e che offre una magnifica vista panoramica; la grotta marina di Sataria, che dà l’opportunità di esplorare la bellezza subacquea di questo luogo, ideale per lo snorkeling e le immersioni; il Lago di Venere, un antico cratere vulcanico riempito d’acqua termale, noto per le sue proprietà terapeutiche. Secondo la leggenda, qui la dea della bellezza veniva a specchiarsi prima di ogni incontro amoroso con Bacco, dio delle feste e del vino. E, a proposito di vino, Pantelleria è famosa per la produzione di vino Passito, quindi anche una visita a una delle cantine vinicole locali è altamente consigliata.

Le viti dello Zibibbo

E allora parliamone di questo Passito che viene dalle viti di uva Zibibbo. Queste sono viti molto basse, tradizionalmente coltivate con un sistema noto come “alberello pantesco” o, semplicemente, “alberello”. Questo metodo comporta che crescano sì in modo verticale ma che raggiungano un’altezza di circa 60-120 centimetri dal terreno, non di più. Sono tenute basse per proteggerle dai venti caldi e secchi dell’isola e per facilitare la raccolta dell’uva, che quasi sempre è figlia di un processo manuale. Inoltre, questa forma di coltivazione aiuta a concentrare le uve in modo più efficace, poiché meno energia viene spesa nella crescita verticale delle viti, il che contribuisce a ottenere acini con una maggiore concentrazione di zuccheri e aromi.

Le viti dello Zibibbo

La Piana di Ghirlanda a Pantelleria con, sullo sfondo, i vigneti. Foto di Goldmund 100 da commons.wikimedia.org.

Come avviene quest’antico metodo di piantagione? I panteschi (si chiamano così gli abitanti dell’Isola) prima scelgono il terreno adatto che deve essere ben drenato, sabbioso e ricco di minerali, meglio se terrazzato o posto su pendii che favoriscano il drenaggio e ottimizzino l’esposizione al sole. La potatura è un passo fondamentale nella coltivazione: viene eseguita in modo da limitare la quantità di uva prodotta da ciascuna vite, il che contribuisce a concentrare ulteriormente i nutrienti e gli zuccheri nelle uve rimanenti, rendendole ancor più dolci e aromatiche. L’irrigazione può essere necessaria a seconda delle condizioni climatiche ma è generalmente limitata, sempre per non diluire la concentrazione di zuccheri. La raccolta avviene tipicamente tra agosto e settembre, quando l’uva ha raggiunto il giusto livello di maturazione.

Lo Zibibbo Passito di Pantelleria

Dopo esser stata lasciata maturare sulla vite, l’uva viene essiccata al sole o in strutture apposite. Anche questa tipologia di maturazione aiuta a concentrare gli zuccheri. In seguito, l’uva viene pigiata per ottenere il mosto che viene poi fermentato per produrre il vino e quella che non è utilizzata per il passito, è usata in cucina per preparare piatti dolci e dessert. Il risultato finale è un vino dalle caratteristiche aromatiche complesse, dal sapore ricco e con una sua dolcezza equilibrata con note di frutta candita, albicocche secche, miele e spezie. Il colore può variare dal dorato all’ambra, a seconda della durata dell’affinamento. Dopo la fermentazione, il vino può essere invecchiato in botti di legno o serbatoi in acciaio inossidabile Oggi è apprezzato in Italia ma anche nel resto del mondo. Si abbina con dessert, dolci, pasticceria secca o a formaggi erborinati. Può anche essere gustato da solo come un vino da meditazione. Ovviamente, il suo processo di produzione così particolare sin dal momento in cui si pianta la vite fino al raggiungimento del suo sapore distintivo, lo rendono un nettare pregiato e spesso simbolo di lusso. Insomma, stiamo parlando di una vera eccellenza italiana.

Lo Zibibbo da Donnafugata a… Carol Bouquet

Le cantine che hanno contribuito a rendere famoso questo vino sono tante, grandi e piccole. Le più

Carole Bouquet in una foto del 2001.

conosciute sono Donnafugata che produce il Passito “Ben Ryé”. Marco De Bartoli, uno dei pionieri del Passito con il suo “Bukkuram”. La Cantina Carlo Pellegrino che ha dato alla luce il “Sole dei Padri”. Le Cantine Florio con il “Tasca d’Almerita”. Cottanera che commercializza “l’Hauner” e la Coste Ghirlanda con il passito “Kabir”. Una nota di colore. Pantelleria è stata ed è tuttora meta di vacanze per vip provenienti da tutto il mondo. Fra questi, un giorno arrivarono sull’isola Gerard Depardieu e Carole Bouquet che allora facevano coppia. Quando la loro storia d’amore finì, la grande attrice francese (indimenticabile protagonista di “Quell’Oscuro Oggetto del desiderio” capolavoro del regista surrealista spagnolo Luis Bunuel), decise di mantenere un forte legame con l’isola. Comprò una villa e dieci ettari di terreno in contrada Serraglia e iniziò a produrre anche lei Passito di Pantelleria con l’etichetta “Sangue d’Oro”. Oggi le sue bottiglie del 2021 vengono vendute su Internet a 95 euro.