La prima volta che ho parlato con Matteo Nicoletti, in un bar di Bellariva a Rimini, sono rimasto sorpreso dall’incredibile cultura che ha del mondo delle api. Matteo non vede le api come fossero “mucche” buone solo per produrre miele o pappa reale. Niente è più lontano da lui di questa visione “consumistica/industriale”. Per lui le

Matteo Nicoletti.

api sono un “macroorganismo” che fa parte integrante della natura e che, per questo, merita rispetto, cura, amore e comprensione. Credo di esserci entrato in sintonia piuttosto presto perché mi sono ricordato che per l’esame di Linguistica all’Università (sono passati quasi quarant’anni…) noi studenti dovevamo preparare anche una parte d’esame proprio sul linguaggio delle api le quali, quando danzano volando, a seconda del tipo di danza e di come la eseguono e a seconda del ronzio che emettono, stanno comunicando ad altre api la direzione giusta e la distanza alla quale trovare del cibo. Non è incredibile? Se vi appassiona o siete curiosi del mondo delle api, Matteo è davvero una persona che vi può introdurre alla conoscenza più profonda di questo microcosmo. Tra l’altro, la sua azienda ha un sito sul quale pubblica anche interessanti articoli di approfondimento. Si chiama www.apematta.com

Api, tutto cominciò sul porto di Rimini…

Fatta questa premessa… Matteo, quando e perché ti sei appassionato alle api? “Il perché non lo so,

Un’ape al lavoro.

non ne ho memoria ma a vent’anni, negli anni ’90, ho trovato dei libri di apicoltura nella libreria del porto di Rimini, il famoso “tendone” che ora non c’è più. Li ho presi in mano e li ho letti voracemente. Non so perché. Questo fu il primo approccio. Uno di questi libri era il “Linguaggio delle Api” di Karl Von Frisch, che nel 1973 aveva vinto il nobel per gli studi sulla comunicazione delle api e degli insetti. Poi, in realtà, ho perso di vista le api fino a quando, nel 2013, ho iniziato ad allevarle. L’anno prima avevo visto un manifesto dell’Associazione Apicoltori di Rimini che organizzava dei corsi. La fiamma della passione si è riaccesa e in quel momento ho deciso di allevarle”.

Apicoltura dal 2013

Quando hai messo in piedi la tua prima arnia? “Nel 2013, quando ho acquistato la mia prima colonia da altri apicoltori che riproducono api. Ogni apicoltore può avere un surplus di allevamento. In questo caso vende le api in più che ha rispetto alle arnie disponibili. A Bologna, addirittura, ci sono bravissimi apicoltori che vendono in tutto il mondo sia colonie finite che sole api regine. La loro attività non è produrre miele e pappa reale ma regine e operaie che poi commercializzano”.

Apicoltura, i costi per partire

Alcune arnie di Matteo.

Quando sei diventato un’azienda a tutti gli effetti e quali sono i costi iniziali per aprire quest’attività? “Sono diventato azienda nel 2014. Aprire una partita Iva nel settore dell’agricoltura non ha costi o incombenze eccessivi. In quello stesso 2014 ho ottenuto la certificazione biologica. Per quello che riguarda i costi, un’arnia con dentro una famiglia può costare sui 300 euro. Poi ci sono l’abbigliamento e tutte le attrezzature necessarie anche per estrarre il miele. Diciamo che, solo per partire, possono volerci circa 1500 euro”.

Dove sono posizionate le tue arnie? “Tutte nell’entroterra riminese fra Covignano al centro, Saludecio a sud e Verucchio verso nord. Sono circa 70/80 arnie. La mia è una piccola azienda. Un apicoltore di medie dimensioni ha almeno 250/300 arnie”.

Apicoltura sì, ma rigorosamente bio!

Cerchi altri terreni per collocarci le tue arnie? Che caratteristiche devono avere? “Chiaram

Un favo con del miele.

ente

devono essere lontani da centri abitati e preferibilmente vicino a corsi d’acqua ma non in zone alluvionabili. Poi devono essere accessibili con un mezzo di trasporto, riparati dai venti freddi e orientati verso sud o est”.

Perché hai fatto la scelta di produrre solo miele e pappa reale bio? “Perché ci credo. Credo che si possano allevare api in maniera biologica senza utilizzare farmaci. Non è facile, servono più sforzi da parte dell’apicoltore ma mi piace poter curare le mie colonie senza farmaci. Io stesso cerco di usarne meno che posso. E’ la mia filosofia di vita”.