Perché a Pasqua mangiamo l’uovo al cioccolato? E perché proprio un uovo piuttosto che un formaggio di cioccolato; una candela di cioccolato o un libro di cioccolato? Le ultime tre sembrano idee piuttosto bizzarre, giusto? E, in effetti, lo sono visto che non esiste nessuna tradizione in merito. Invece, l’abitudine del donare un uovo in alcuni momenti dell’anno è antichissima e risale almeno a seicento anni prima di Cristo. Vediamo di capire che storia c’è dietro e come si è arrivati al cioccolato.

Le uova dei Persiani…

Agli albori dell’umanità, quando gli uomini iniziarono a capire che la volta celeste poteva guidarli nella

Due classiche uova di Pasqua decorate (wikimedia.org). In copertina, alcuni ovetti di Pasqua in cioccolato fotografati da Lotus Head (commons.wikimedia.org).

navigazione e lungo i percorsi, e che mutava con l’andare delle stagioni, si credeva che terra e cielo fossero due metà che andavano a creare un’unica forma ovoidale. L’uovo, soprattutto quello di gallina, fu considerato, già da allora, una trasposizione in piccolo di questo “miracolo” naturale. In più, ci si accorse che da una forma apparentemente inanimata, nasceva una vita: il pulcino. Ben presto l’uovo diventò, quindi, simbolo di rinascita e di eternità. Tanto è vero che già durante il primo impero persiano (nel Cinquecento avanti Cristo) era diffusa la tradizione dello scambio di semplici uova di gallina all’avvento della primavera. L’uovo, appunto, simboleggiava la rinascita della natura dopo la “morte” invernale.

… E quelle dei romani

L’influenza culturale dei persiani in quel periodo fu enorme. L’impero fondato da Ciro II Il Grande arrivava a coprire tra il 40% e il 55% della popolazione mondiale allora conosciuta e, ovviamente, i suoi usi e costumi furono appresi da tutte le altre nazioni. Gli egizi, ad esempio, furono i primi tra i popoli conquistati dai persiani a considerare l’uovo come un regalo di buon auspicio. Del resto, già lo consideravano come il fulcro dei quattro elementi dell’universo: acqua, aria, terra e fuoco. L’abitudine di regalare l’uovo “portafortuna” passò ai Greci e poi ai Romani, i quali erano anche soliti seppellire un uovo colorato di rosso nei campi, qualche giorno prima della primavera. Si pensava che aiutasse i terreni coltivati a far “nascere” frutta e verdura.

Le prime uova decorate

Uova di Pasqua colorate di rosso. Foto di Tony Esopi da commons.wikimedia.org.

Con l’imporsi del cristianesimo, l’uovo prende una nuova simbologia: significa resurrezione; è la tomba di Gesù dalla quale egli risorge con la Pasqua. Secondo alcuni, i primi cristiani a regalare uova a Pasqua consci di questo significato mistico, furono quelli della Mesopotamia che macchiarono le uova con la colorazione rossa in ricordo del sangue di Cristo, versato alla sua crocifissione. Andando avanti nel tempo arriviamo al medioevo. In questo periodo le famiglie nobili o ricche erano solite regalare, per la Pasqua, uova decorate alla propria servitù. Da questa usanza, prese piede anche una nuova tradizione: la creazione di uova artificiali fabbricate o rivestite di materiali preziosi quali argento ed oro. Chiaramente, nobili e ricchi si guardavano bene dal regalare queste uova alla servitù… Comunque Edoardo I re d’Inghilterra ne commissionò ben 450 in occasione di una Pasqua.

Il primo uovo di cioccolato

Quando si arriva all’uovo di cioccolato? Esistono diverse tesi. La più nota sostiene che fu Luigi XIV re di

Uovo di Pasqua in cioccolato decorato. Foto di Myrabella da wikimedia commons.

Francia a commissionare delle uova di cioccolato al pasticcere di corte David Chaillou. Il Re Sole voleva stupire una volta di più i suoi commensali e, inconsapevolmente, cambiò la storia della cioccolateria nei secoli a venire. Esistono però diversi libri che riportano la storia della vedova Giambone, titolare di una pasticceria nell’attuale centralissima via Roma di Torino. Attorno al 1725 la signora ebbe l’idea di regalare ai suoi nipotini un cestino pieno di paglia e uova di cacao ottenute riempiendo i gusci vuoti delle uova di gallina con cioccolato liquido e miele. Li propose poi nella sua bottega e le neonate uova di Pasqua ebbero talmente tanto successo che man mano diventarono una tradizione. Torino, del resto, fu la prima città d’Italia in cui arrivò il cioccolato nel Cinquecento, portato dalla spagnola duchessa Caterina, moglie del duca Emanuele Filiberto di Savoia, dopo la scoperta dell’America. Possibile che la vedova Giambone avesse sentito parlare delle uova del Re Sole che era morto dieci anni prima? Potrebbe anche essere. Oppure l’idea era tutta sua? Non lo sapremo mai.

Il primo uovo con “sorpresa”

E chi fu il primo a mettere un regalo dentro l’uovo? Questa tradizione se la disputano russi e inglesi.

Secondo i primi, va considerato uovo con “sorpresa” quello che il gioielliere Peter Carl Fabergé preparò per la zarina Maria su ordine dello zar Alessandro III. Nel 1883 creò per l’occasione un uovo di platino smaltato di bianco contenente un altro uovo, creato in oro, il quale conteneva a sua volta due doni: una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino anche lui d’oro. Ma, poiché quest’uovo non era di cioccolato, gli inglesi considerano John Cadbury come l’inventore della “sorpresa” nell’uovo di cioccolato. In effetti, questo industriale britannico fu il primo a produrre uova di cioccolato in serie verso la fine dell’Ottocento e la sua azienda fu anche la prima a introdurre sul mercato le uova di cioccolato al latte. Con sorpresa incorporata.