Maggio e giugno son i mesi delle ciliegie. Questi due mesi sono quelli più indicati per consumare questo gustosissimo e benefico frutto di madre natura che, in alcune varietà (la ciliegia di San Giacomo), ha una maturazione tardiva che la porta sulle nostre tavole a luglio. Siccome l’Italia è il sesto produttore al mondo di ciliegie con 115mila tonnellate (in

Foto da pixnio.com. In copertina, Foto di Luis Miguel Bugallo Sánchez da httpcommons.wikimedia.org.

testa c’è la Turchia con 639mila tonnellate), l’invito che vi facciamo è quello solito: consumate ciliegie italiane. Sono più fresche e, viaggiando di meno, conservano maggiormente tutte le loro proprietà organolettiche (aspetto, colore, forma e, soprattutto, sapore).

La ciliegia è il frutto del ciliegio, un albero originario dell’Europa e di alcuni altipiani dell’Asia minore che in primavera si presenta con bellissimi fiori bianchi o rosa. Ne esistono due diverse specie: la prima produce dei frutti più dolci; la seconda, il prunus cerasus, ne produce di più acidi, usati soprattutto per marmellate, succhi o liquori. I frutti del ciliegio acido sono le amarene, le visciole e le marasche. Il ciliegio che produce la ciliegia dolce è il Prunus avium, nome latino traducibile con “ciliegio degli uccelli”. Il nostro amico Plinio il Vecchio, che tante volte abbiamo citato nel nostro blog, sostiene che il ciliegio non esistesse in Europa (perlomeno entro i confini dei territori conquistati da Roma), prima che Lucullo non lo importasse dopo aver sconfitto Mitridate, re del Ponto, un regno ellenistico in Turchia. In realtà, dei ritrovamenti datati al carbonio hanno stabilito incontrovertibilmente che i ciliegi esistevano in Italia perlomeno fin dal 2077 avanti Cristo. Insomma, il nostro Plinio, stavolta, ha preso un abbaglio bello grosso.

Un ciliegio in fiore a Havré, in Belgio (foto di Jean-Pol Grandmont da commons.wikemida.org.

Di prunus avium ne esistono diversi generi i quali producono ciliegie diverse fra loro. Nel nostro Paese le varietà più comuni sono: Durone di Vignola. E’ una delle varietà di più apprezzate e consumate per via del sapore molto dolce, il colore scuro e le dimensioni elevate; Mora di Vignola: varietà molto antica della zona di Vignola, in provincia di Modena, è di colore scuro con polpa soda e sapore molto dolce. Mora di Cazzano: detta anche durone di Verona, è una varietà di tipica del veneto. di colore scuro, con polpa croccante e sapore dolce. Ciliegia ferrovia: è piuttosto diffusa e si distingue per le dimensioni importanti, un colore scuro, la polpa soda e un sapore piuttosto dolce. Ciliegia di Marostica: si tratta di un prodotto a indicazione geografica tipica. Il frutto si caratterizza per il colore rosso, la polpa molto soda e le dimensioni devono avere un calibro minimo di 23 millimetri. Ciliegia Anella: è di colore rosso intenso con polpa soda e sapore abbastanza dolce.

Il bello della ciliegia è che non è solo buona ma fa anche bene, purché non si esageri nel mangiarne, è chiaro! L’indice glicemico basso (22) la rende un frutto adatto a tutti. E’ ricca di diversi minerali, in particolare di magnesio (11 mg per 100 grammi), potassio (222 mg), rame (poco meno del 7% della dose giornaliera raccomandata) e vitamina C (circa il 7%). Il colesterolo è completamente assente. Oltre a vitamine e minerali, questo frutto contiene elevate quantità di alcune molecole: la cianidina (30,21 mgr) che ha importanti virtù antinfiammatorie; le catechine (2,3 mgr) che hanno proprietà antiossidanti; la quercetina (2,3 mgr) che promuove il rinnovamento cellulare ed elimina i radicali liberi e la luteina, fondamentale per la salute degli occhi. Le proprietà sono anche altre. Recenti studi hanno confermato che supporta il recupero muscolare dopo gli allenamenti sportivi; aiuta l’espulsione dei liquidi dal corpo e, poiché contiene anche melatonina, facilita anche il sonno.

Ma la ciliegia non è la sola cosa che prendiamo dal prunus avium o dal prunus cerasus. Il legno di ciliegio, ad

Immagine da pxhere.com.

esempio, è molto usato nell’industria del mobile e per la costruzione di strumenti musicali. Esiste poi anche il miele di ciliegio, gustoso ma poco conosciuto. Con la resina di ciliegio si aromatizzano le gomme da masticare. I peduncoli (i rametti sottili che uniscono il frutto al ramo) sono usati in farmacia: vengono tritati e poi usati in alcuni infusi come potenti diuretici. Anche il nocciolo della ciliegia è super-utilizzato. Si prendono dei cuscini in tessuto naturale che vengono riempiti da noccioli di ciliegia; poi sono fatti scaldare in forno elettrico per cinque minuti e poi applicati nelle zone del corpo che fanno male. E’ un rimedio naturale molto utilizzato per torcicollo, cervicalgia, tensioni muscolari, crampi e anche dolori addominali. Insomma: della ciliegia (e del ciliegio) non si butta via niente!