Chi segue questo blog da un po’ di tempo, sa bene come noi consideriamo il nostro Paese un caposaldo dell’enogastronomia

Forme di Parmigiano Reggiano (Wikipedia). In copertina, tortellini in brodo in una foto di Xaura da commons.wikimedia.org.

mondiale. Il fatto che la nostra Penisola sia stata il nucleo centrale di una grande forza politica internazionale come Roma; che sia poi stata invasa e conquistata a varie riprese e nel corso dei secoli da tante popolazioni provenienti da est, nord e sud Europa; che sia rimasta divisa in tanti diversi Stati su base regionale o poco più per tanto tempo e che sia stata infine riunita dopo il Risorgimento, beh… tutti questi fatti hanno contribuito a segnare la storia politica del Paese ma hanno anche consentito, fra le altre cose, che si sviluppasse una cucina ricca, diversificata, ancorata ai singoli territori e influenzata dalle abitudini culinarie dei vari popoli che si sono affacciati sull’Italia in veste di conquistatori o di semplici “migranti”.

Sono questi i motivi per i quali l’Italia ha, oggi, un patrimonio ricchissimo di cibi, di vini, di conoscenze enogastronomiche, di disciplinari di produzione, d’inventiva culinaria. Ma tutte queste ”cause”, cosa hanno prodotto di così speciale da rendere il nostro territorio “il meglio” a livello internazionale?

Le tradizioni culinarie regionali

Dobbiamo senz’altro iniziare da qui. Come abbiamo accennato in premessa, una delle caratteristiche distintive dell’enogastronomia italiana è la sua ricca diversità regionale. Ogni regione ha le sue specialità culinarie uniche, che riflettono la storia, la geografia e le tradizioni locali. Dalle paste fresche del Nord, ai formaggi delle Alpi, (spesso di tradizione celtica, dunque antecedente a Roma repubblicana e imperiale); dal pesce fresco delle coste adriatiche e tirreniche alle specialità del Sud influenzate dalle culture araba e spagnola, l’Italia offre un viaggio culinario senza precedenti. Quale nazione può vantare, nello spazio di pochi chilometri (il nostro Paese è molto piccolo), specialità come la pasta all’amatriciana laziale; i tortellini bolognesi, la pizza napoletana, il pesto ligure, i cannoli siciliani e mi fermo qui perché l’elenco sarebbe infinito?

La qualità degli ingredienti

I due aceti balsamici tradizionali DOP (di Reggio Emilia a sinistra e Modena a destra) nelle due bottigliette legalmente registrate. Foto di 1hnmr da commons.wikimedia.org.

Altro fattore importante: l’Italia è rinomata per la qualità degli ingredienti usati in cucina. Gli agricoltori dello Stivale coltivano una gamma vastissima di prodotti, dalle verdure fresche alle erbe aromatiche, dai pomodori succosi all’olio d’oliva extravergine, ecc. ecc… Questi sono alla base della nostra cucina e contribuiscono al suo sapore distintivo e autentico e, sempre di più, chi se ne occupa lo fa tenendo in altissimo conto la qualità del prodotto che offre. Poi, è chiaro, le “pecore nere” ci sono sempre ma sono destinate a non avere successo. Questi ingredienti sono alla base di prodotti d’altissima “classe” che esportiamo nel mondo. Anche in questo caso, pochi esempi possono bastare: il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma, il Tartufo bianco di Alba, l’aceto Balsamico Tradizionale di Modena… eccellenze che ci fanno conoscere in tutto il mondo.

La cultura del cibo e del vino

Si può parlare di cultura del cibo e del vino specificamente italiana? Secondo noi sì. In Italia, il cibo e il vino non sono semplicemente necessità quotidiane, ma sono parte integrante della cultura e dello stile di vita. Le famiglie si riuniscono intorno alla tavola per condividere pasti spesso abbondanti e gustosi, mentre le feste e le celebrazioni sono accompagnate da una vasta selezione di piatti e vini locali. Non è così anche a casa vostra? La nostra passione per il cibo e il vino si riflette anche nella vasta gamma di festival gastronomici e sagre che si tengono in tutto il Paese durante tutto l’anno. I turisti stranieri li adorano perché possono assaggiare le specialità locali e partecipare a dimostrazioni culinarie e, soprattutto, non ne trovano di uguali dalle loro parti.

I vini di qualità

Un altro motivo per il quale siamo considerati la “superpotenza enogastronomica mondiale” è la qualità dei vini che esportiamo.

Un bicchiere di Sangiovese. Foto di Flavio Semprini.

L’Italia è una delle principali regioni vinicole del mondo, con una lunga storia nella produzione di vino. Dalle colline della Toscana a quelle del Piemonte, dall’Umbria alla Sicilia, ogni regione italiana vanta una tradizione vinicola unica, con varietà di uve autoctone e tecniche di vinificazione tramandate di generazione in generazione. I vini italiani sono amati in tutto il mondo per la loro varietà, complessità e qualità eccezionale. Il Barolo, il Chianti Classico, il Brunello di Montalcino e il Prosecco sono solo alcune delle etichette vinicole italiane più rinomate all’estero.

Tradizione, innovazione e creatività

Nonostante la sua profonda radice nella tradizione, il Belpaese è anche un luogo d’innovazione culinaria e creatività. Chef stellati, ristoratori e produttori alimentari italiani sono noti per la loro capacità di reinventare e reinterpretare le ricette tradizionali in chiave moderna, combinando ingredienti antichi con tecniche innovative per creare piatti sorprendenti e deliziosi. Lo Stivale è anche un centro di eccellenza per la formazione culinaria, con numerose scuole di cucina di fama mondiale che attraggono studenti da tutto il mondo, desiderosi di imparare l’arte della nostra cucina.

In conclusione, l’Italia può essere giustamente definita la capitale mondiale dell’enogastronomia per tutta una serie di motivi. Ed è per questo che gli amanti del cibo e del vino continuano a innamorarsi del nostro Paese e ci definiscono “the best” dell’enogastronomia mondiale.