Modena e il modenese ricorrono spesso nei nostri articoli, com’è giusto che sia: sono una delle capitali dell’enogastronomia italiana. Aceto balsamico, zampone, tortellini (compresa la secolare guerra con Bologna per la primogenitura) e le ciliegie di Vignola, sono i prodotti gastronomici locali più noti nel mondo. A proposito di Vignola, c’è un dolce che fuori dal modenese forse è poco conosciuto (in fondo a quest’articolo vedremo che non è proprio così…) ma che è un autentico capolavoro: la Torta Barozzi. Oggi parliamo proprio di questa bontà e della sua storia.

In principio fu un certo Gollini che…

Siamo nel 1886 ed Eugenio Gollini è un pasticcere in quel di Vignola. È un momento di grande fermento culturale, politico (l’Italia è nata da pochi anni…) e gastronomico, in cui i pasticceri cercano di innovare e sperimentare nuovi sapori. Gollini, ispirato dalla tradizione dolciaria locale ma non volendo assolutamente usare le ciliegie che a Vignola imperversavano in ogni ricetta dolce (la cittadina è nota soprattutto per questo frutto e i suoi derivati), decise di creare un dolce che potesse rappresentare al meglio la sua arte ma senza ciliegie: la Torta Nera. Ma… non stavamo parlando della Torta Barozzi? Eh! Un attimo che ci arriviamo.

Da Torta Nera a Torta Barozzi

Inizialmente, la Torta Barozzi si chiamava “Torta Nera“, un nome che rifletteva il suo aspetto scuro e il suo sapore intenso. Tuttavia, nel 1932, il nome cambiò ufficialmente in “Torta Barozzi” in onore dell’architetto Jacopo Barozzi, noto anche come “Il Vignola”, che ebbe un ruolo fondamentale nella storia dell’architettura italiana nel Rinascimento. In quel tempo così ricco di talenti, egli era noto per il suo lavoro nella progettazione di chiese e palazzi, nonché per il suo trattato “Regola delli cinque ordini d’architettura” che ebbe un grande impatto sulla teoria architettonica. Questo cambio di nome non solo ha reso omaggio a una figura storica importante per la città di Vignola, ma ha anche contribuito a dare alla torta un’identità più forte e riconoscibile. Da quel momento, la Torta Barozzi è diventata un simbolo della tradizione dolciaria locale e un orgoglio per gli abitanti di Vignola.

Cosa c’è nella Torta Barozzi?

Gli ingredienti originali della Torta Barozzi sono pochi ma di alta qualità, il che contribuisce alla sua unicità. La ricetta tradizionale prevede l’uso di cioccolato fondente, burro, zucchero, uova, mandorle e caffè. Questi ingredienti si combinano per creare un dolce ricco e intenso, con un sapore di cioccolato che si sposa perfettamente con la nota aromatica del caffè e la croccantezza delle mandorle. La torta non contiene farina, il che la rende particolarmente adatta anche per chi è intollerante al glutine.

Caratteristiche al palato della Torta Barozzi

Al palato si presenta come un’esperienza sensoriale unica. La sua consistenza è morbida e umida, quasi fondente, grazie all’abbondante utilizzo di cioccolato e burro. Il sapore è intenso e avvolgente, con un equilibrio perfetto tra dolcezza e amarezza portato dal fondente. Le mandorle aggiungono una nota croccante e un aroma delicato, mentre il caffè conferisce un retrogusto aromatico che rende ogni morso ancora più interessante. Insomma, è un dolce che conquista i palati più esigenti e che si presta a essere gustato in diverse occasioni, da una merenda a un dessert dopo cena. Peccato, come dicevamo, che sia poco conosciuta anche se lo chef Massimo Bottura l’ha preparata in Giappone con grande successo e che sia stata addirittura protagonista di un film per la tv girato nel 2004 dal regista inglese Kevin Connor. In questo lungometraggio, un cuoco del Bronx di origine italiana che partecipa a una gara di cucina per salvare la pasticceria di famiglia, vincerà proprio grazie alla sua Torta Barozzi.

 

In copertina, una fetta di Torta Barozzi. Foto di Nico Tranquilli tratta da commons.wikimedia.org.