Siamo italiani e, grazie (o a causa) della nostra storia, oggi abbiamo cibi, piatti e prodotti che in altri Paesi del mondo se li sognano. E’ un dato di fatto. Per quel che riguarda le tradizioni culinarie del Natale, noi schieriamo una squadra nazionale composta da panettone, pandoro e torrone, difficilmente battibile. In più, come abbiamo raccontato in un recente articolo, possiamo anche contare su dolci tradizionali natalizi di stampo regionale che ogni angolo del nostro Stivale sforna in questo periodo dell’anno. Ma anche molte altre nazioni hanno dei dolci tipici di Natale, spesso molto interessanti da gustare. Con questo articolo facciamo un breve viaggio fra alcuni di questi preparati.

I saffransbullar svedesi

Iniziamo dal nord Europa, dalla Svezia. Nella patria del premio Nobel e degli Abba (e di molto altro ma a

Qui sopra e in copertina dei Saffransbullar. Foto di erik forsberg da flickr. com.

noi gli Abba divertivano molto), in questo periodo dell’anno ci si addolcisce la bocca con i saffransbullar (traduzione: panini allo zafferano), detti anche lussebullar (panini morbidi) o lussekatter (soffici gattini). Sono delle brioche allo zafferano di varie forme. Nascono in Germania ma ormai dal Seicento fanno parte della tradizione svedese. Si consumano dai primi di dicembre fino a Natale e hanno il loro momento di massimo utilizzo nel giorno di Santa Lucia. La tradizione svedese racconta che il 13 dicembre Lucia si presenta nelle case e nei locali pubblici interamente vestita di bianco con una corona di candele sulla testa, portando su un vassoio il caffè e queste brioche. Intorno a lei ragazze vestite di bianco e ragazzi vestiti da folletti, con alti cappelli conici bianchi e dorati, ognuno con una candela in mano, intonano una tradizionale filastrocca, illuminando il giorno più buio dell’anno. Un interessante sincretismo fra tradizione cristiana e tradizione pagana.

Il Dresden Stollen tedesco

Dresden Stollen. Foto di Alice Wiegand da wikivoyage.org.

Scendiamo un po’, attraversiamo il Mar Baltico e approdiamo in Germania dove potremo gustare il Dresden Stollen o Christstollen (stollen di Natale). E’ un po’ il panettone milanese dei germanici. Nasce a Dresda attorno al Quattrocento e da quella città la sua fama si espande in tutta la Germania e, come per il panettone, ormai conta mille varianti. E’ una pasta lievitata dalla consistenza morbida, con spezie e frutta candita, mandorle tostate ed è ricoperta da zucchero. Con la planetaria non è difficile da preparare: servono farina, zucchero, lievito che vanno poi lavorati con uova, latte e burro. Si aggiungono, quindi, mandorle, uvetta e canditi per poi lasciare lievitare il dolce almeno un’ora: infornate e sarà pronto in poco tempo. La data clou per mangiare questo dolce, oltre al 25 dicembre, è il 9 dicembre durante la festa che si tiene nel mercatino di Dresda quando i panettieri e i pasticceri dell’associazione degli Original Dresdner Stollen iniziano già una settimana prima a preparare il gigante Christstollen che verrà portato in piazza e mostrato a tutti durante una festosa sfilata.

Il makowiek polacco

Spostiamoci verso oriente e andiamo in Polonia. Qui il dolce di Natale più tipico è il makowiek. E’ un

Un makowiek a fette. Foto di Alina Zienowicz da commons.wikimedia.org.

rotolo con semi di papavero, ricoperto con abbondante glassa. Si prepara una pasta con farina, lievito fresco, burro e latte. La farcitura di questo dolce tipico della Vigilia è preparata con semi di papavero macinati due volte, frutta secca, uvetta, frutta candita, miele, zucchero, latte e burro. In questo caso, una volta preparata la pasta si stende (dando una forma rotonda), si ricopre con il ripieno profumatissimo, si arrotola, si lascia riposare per una trentina di minuti e si mette in forno.

Il buche de Noel francese

I nostri cugini francesi in questi giorni gustano il buche de Noel (tronchetto di Natale) a forma di tronco, ricoperto solitamente di cioccolato o altre creme. Si prepara una pasta biscotto che, una volta fredda, va farcita con una ganache di cioccolato e poi arrotolata. Quindi, ci si sbizzarrisce con le decorazioni: con cioccolato, con qualche tocco di

Buche de Noel. Foto di Jenni Field da Flickr.com.

crema pasticciera, con panna montata, con crema al caffè, con tante scaglie di cioccolato. Ma perché i francesi consumano proprio un tronchetto? L’origine di questa tradizione è antecedente al cristianesimo, a quando i celti festeggiavano il solstizio d’inverno. Per la notte più lunga dell’anno si bruciava un ceppo enorme che per i druidi doveva avere qualcosa di sacro. Nel giorno del solstizio vi si versava sopra un po’ di vino o olio come offerta. Il ceppo veniva poi posto nel focolare dal più anziano e dal più giovane della tribù, simboleggiando così la tradizione e la sua trasmissione. A seconda della regione, bruciava solo la vigilia di Natale o fino all’Epifania. Le braci poi venivano custodite per essere, infine, bruciate in fretta, per scongiurare la malasorte.

Il bolo de Natal brasiliano

E nel resto del mondo? Beh… proviamo almeno a darvi qualche dritta. In Brasile si gusta il bolo de

Bolo de Natal. Foto di José Conçalves da commons.wikimedia.org.

Natal. Questa deliziosa torta è nata in Portogallo almeno duemila anni fa. È un pane dolce con uova, farcito con noci, uvetta e canditi. Questa torta di Natale ha un significato speciale: rappresenta i doni che i Re Magi fecero al bambino Gesù nel giorno della sua nascita. La crosta simboleggia l’oro, i frutti la mirra, l’aroma l’incenso. Anche la forma circolare e la decorazione di frutta candita ricordano una corona. Al suo interno viene posto un baccello di fagiolo e chi ne mangia il pezzo deve pagare il dolce natalizio dell’anno successivo.

Il pan de pascua cileno

Pan de Pascua. Foto di Daniel Norero da commons.wikimedia.org.

In Cile, invece, c’è stata un po’ di confusione perché in questo Paese, a Natale, si mangia il pan de pascua (letteralmente: il pane di Pasqua). È composto da un pan di Spagna al miele e allo zenzero, ed è farcito con nocciole e frutta candita; il suo sapore ricorda un po’ il panettone e un po’ gli stollen svedesi. Che ricordi il panettone non è un caso. Gli storici della cucina di questo Paese concordano nel dire che questo prodotto arrivò in Cile nella sua prima versione dalle mani degli emigranti italiani, che portarono lì il panettone nel XIX secolo.

I bunuelos de rodilla messicani

Finiamo con gli amici messicani e i loro bunuelos de rodilla. S tratta di semplici frittelle che si gustano sia a Natale che a Carnevale. La loro origine è molto antica e risale al

Bunuelos de rodilla.

vecchio mondo: alcune fonti specializzate sottolineano che si tratta di una preparazione di origine araba che fu portata in Europa durante le crociate. Divenne un tipico dolce spagnolo, soprattutto a Granada e a Siviglia ma, incredibile a dirsi, come dolce quaresimale. Questa preparazione viaggiò poi con i conquistadores spagnoli fino al Messico. Per prepararli servono farina, latte, uovo, burro, zucchero, un cucchiaino di lievito e, se volete, un po’ di liquore all’anice. Si caratterizzano perché, una volta fritte, vengono ricoperte da zucchero e cannella. La traduzione letterale è “frittelle al ginocchio”. Questo perché le donne messicane, un tempo, allargavano l’impasto e preparavano le frittelle appoggiando il loro ginocchio coperto da un telo di stoffa.